13 gennaio 2014

E volavo volavo felice....NO

Buongiorno Stelline
Come anticipato dall’ultima riga del post precedente il viaggio di andata per Panama meritava un post tutto suo e presto capirete il perche’.
Eravamo rimasti alla peparazione delle valigie, io non sono una di quelle che prepara la valigia secoli prima, tanto che sapete benissimo che la valigia per venire in America l’ho preparata il pomeriggio prima della mia partenza, ma per lo meno decido qualche giorno prima cosa portare e cosa no e quindi quando preparo la valigia ci metto 30 minuti, non dimentico quasi mai nulla, e devo solo riempirla.
La mia hfamily invece il completo opposto, si sono ridotti all’ultimo secondo nella preparazione della valigia, e quando siamo arrvati a Panama avevano dimenticato di tutto, non vi dico le urla e le crisi perche’ Ashley o Cameron non trovavano la loro maglietta, e se vedeste le loro camere capireste il perche.
Btw siamo arrivati all’aeroporto, e il nostro volo portava un’ora di ritardo, iniziamo bene questo viaggio, ma fuori nevicava, e quindi la cosa era da considerare in partenza.
Stavamo aspettando di imbarcarci e Ashley sembrava una bambina dell’asilo mentre ripeteva la solita cantilena ho fame ho sete ho sonno, giuro che stavo per prenderla a calci, ha quasi 18 anni e a volte ha atteggiamenti da una bambina di 3, e il bello e’ che I suoi genitori non le dicono nulla, anzi la assecondano sempre e davanti ad un LO VOGLIO non sanno dire di no, dopo questi americani hanno anche il coraggio di lamentarsi se I loro figli sono viziati altezzosi e arroganti.
Finalmente era giunta l’ora di imbarcarsi, saliti sull’aereo per Denver pensavo che da li’ in poi le cose sarebbero migliorate, invece con il cavolo.
L’aereo e’ atterrato, tra parentesi uno dei peggiori della mia vita, e non c’era nessun gate aperto dove potesse parcheggiare, siamo stati costretti a stare un’ora seduti sull’aereo ad aspettare, con la faccia rivolta al nostro prossimo aereo per Houston, Texas.
Quando dopo un’ora hanno aperto le porte dell’aereo abbiamo dovuto correre dal gate B90 al B24, eravamo in ritardo, e speravamo che aspettasero quei 5 minuti necessari per correre al gate.
Non ce l’abbiamo fatta, abbiamo perso l’aereo e l’abbiamo visto letteralmente volare davanti a noi, quando e’ successo non ho esitato a dire ad Ashley che capita a tutti di perdere un aereo, visto che 15 minuti prima ha detto che lei quell’aereo l’avrebbe preso, mentre io che avevo perso il mio a Salt Lake all’inizio dell’anno non ce l’avrei fatta.
Cretina che non sei altro, prova tu a correre dal gate A6 al gate E70 in tre minuti dopo piu’ di 24 ore di viaggio,digiuna da almeno 10 ore, con in mano una valigia da trascinare in un paese straniero e poi vediamo se hai ancora il coraggio di sfottermi.
Aereo perso non c’era nulla da fare, Kevin ha l’iscrizione al club della united, e quindi siamo andati li’ con la speranza che ci dirottassero su un nuovo volo e dove avevano snacks gratis, per fortuna perche’ avevo una fame da paura.
Mentre Kevin era al desk ho guardato un po’ di televisione, mangiato dei biscotti made in italy che in Italia non ho mai visto, e letto di uno scalatore ammirevole che ha scalato l’Everest, la sua ammirevolezza sta nel fatto che abbia raggiunto la cima del mondo e sia completamente cieco o.o, applausi per lo scalatore!
Nonostante Kevin non sembri proprio il tipo, mentre leggevo dello scalatore l’ho sentito parlare con un bel tono incazzato e polemico e quindi le mie antenne avevano intuito che ci sarebbero stati grandi problemi per quel volo.
La United ha provato a metterci in stand by su due voli per Houston ma senza risultati, e quindi ci ha dato un voucher per una camera d’albergo e saremmo ripartiti l’indomani nel pomeriggio.
Abbiamo passato la notte in un albergo facente parte della stessa catena di alberghi dove sono stata quando ho perso il mio volo.
La nosra camera era davvero grande, l’unico inconvenite era che c’era solamente un bagno per 4 persone,  che per gli americani e’ davvero una catastrofe, sembra quasi vitale per loro avere un bagno a testa, quando a casa mia ne usiamo uno anche se siamo in 5 persone e non ci sono mai stati grandi problemi.
Dopo esserci sistemati nella camera siamo usciti fuori a cena, era tardi, ma per fortuna un fast food era aperto e quindi abbiamo mangiato qualcosina li’.
La mattina seguente siamo andati in aeroporto, il nostro volo per Houston sarebbe partito alle 14 ma Kevin ha voluto essere in aeroporto alle 7 perche’ sperava che ci facessero salire su un volo precedente, ma io dico, ma ti pare che nel weekend piu’ busy dell’anno trovino all’ultimo secondo posto per 5 persone? Va beh.
Le ore passavano ed io non volevo altro che arrivare finalmente a destinazione, non perche’ fossi estremamente curiosa o vogliosa di andare a Panama, ma perche’ la mia hfamily era di uno stressante assurdo, e ho decisamente odiato il fatto che non facessero altro che dirmi cosa dovevo fare e come dovevo muovermi in un aeroporto, quando in 6 mesi ho preso piu’ aerie io che loro in tutta la vita.
Ho 18 anni e sono dall’altra parte del mondo completamente da sola e tu mi stai qua a dire che nell’aeroporto devo stare attenta ai borseggiatori, spiegarmi come funziona il check in e dirmi che devo mettere il teleono in airplane mode?
Questa cosa mi da’ sui nervi, io sono una persona molto indipendente e amo arrangiarmi, non perche’ voglia essere strafottente ma perche’ voglio sbatterci la testa e se sbaglio qualcosa voglio imparare dai miei errori e capire cosa ho sbagliato.
Sono venuta in America per questo, per aprirmi a cose nuove ed imparare, ma imboccandomi e standomi appicciato di certo non mi aiuti.
Finalmente siamo saliti sull’aereo per Houston, 4 ore di volo passate ad ascoltare musica e giocare con l’iPhone, il mio povero iPhone sta facendo gli straordinari da quando sono partita, non potrei far altro che essere eternamente grata a Steve Jobs, quando l’aereo e’ atterrato ero felicissima, saremmo dovuti stare un’altra notte in hotel, ma almeno uscivo dall’aeroporto dove avevo passato tutta la giornata.
Nel pomeriggio del giorno dopo abbiamo preso l’aereo per Panama, arrivati in aeroporto dovevamo ritirare le valigie che erano arrivate a Panama prima di noi.
Ashley, come al solito, aveva detto la sua riguardo alla mia valigia che era solo un trolley, misura bagaglio a mano, secondo lei srebbe andato perso, e invece? E’ stat oil primo ad arrivare e l’unico senza la targhetta con l’indirizzo danneggita, quindi se non fosse stato per la mia targhetta gli altri non avrebbero ritirato le valigie, quindi stai zitta.
Viaggio di due ore dall’aeroporto alla casa a Panama, ci siamo fermati a fare una sosta da Taco Bell, ed e’ stato spassoso vedere come I miei hparents cercavano di ordinare non sapendo una parola di spagnolo, benvenuti nel mio mondo cari!
Arrivati a casa, finalmente, mi sono sistemata nella camera e mi sono fatta un tour della casa, davvero bella, e poi e’ sulla spiaggia! MAMMA MIA CHE FIGATA!
Questo post e’ stato fin troppo prolisso, e ve ne scrivero’ sicuramente uno che parlera’ del mio Christmas on the beach!
Splendete Stelle del Cielo

Giulia

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