Come anticipato dall’ultima riga del post precedente il
viaggio di andata per Panama meritava un post tutto suo e presto capirete il
perche’.
Eravamo rimasti alla peparazione delle valigie, io non sono
una di quelle che prepara la valigia secoli prima, tanto che sapete benissimo
che la valigia per venire in America l’ho preparata il pomeriggio prima della
mia partenza, ma per lo meno decido qualche giorno prima cosa portare e cosa no
e quindi quando preparo la valigia ci metto 30 minuti, non dimentico quasi mai
nulla, e devo solo riempirla.
La mia hfamily invece il completo opposto, si sono ridotti
all’ultimo secondo nella preparazione della valigia, e quando siamo arrvati a
Panama avevano dimenticato di tutto, non vi dico le urla e le crisi perche’
Ashley o Cameron non trovavano la loro maglietta, e se vedeste le loro camere
capireste il perche.
Btw siamo arrivati all’aeroporto, e il nostro volo portava
un’ora di ritardo, iniziamo bene questo viaggio, ma fuori nevicava, e quindi la
cosa era da considerare in partenza.
Stavamo aspettando di imbarcarci e Ashley sembrava una
bambina dell’asilo mentre ripeteva la solita cantilena ho fame ho sete ho
sonno, giuro che stavo per prenderla a calci, ha quasi 18 anni e a volte ha
atteggiamenti da una bambina di 3, e il bello e’ che I suoi genitori non le
dicono nulla, anzi la assecondano sempre e davanti ad un LO VOGLIO non sanno
dire di no, dopo questi americani hanno anche il coraggio di lamentarsi se I
loro figli sono viziati altezzosi e arroganti.
Finalmente era giunta l’ora di imbarcarsi, saliti sull’aereo
per Denver pensavo che da li’ in poi le cose sarebbero migliorate, invece con
il cavolo.
L’aereo e’ atterrato, tra parentesi uno dei peggiori della
mia vita, e non c’era nessun gate aperto dove potesse parcheggiare, siamo stati
costretti a stare un’ora seduti sull’aereo ad aspettare, con la faccia rivolta
al nostro prossimo aereo per Houston, Texas.
Quando dopo un’ora hanno aperto le porte dell’aereo abbiamo
dovuto correre dal gate B90 al B24, eravamo in ritardo, e speravamo che
aspettasero quei 5 minuti necessari per correre al gate.
Non ce l’abbiamo fatta, abbiamo perso l’aereo e l’abbiamo
visto letteralmente volare davanti a noi, quando e’ successo non ho esitato a
dire ad Ashley che capita a tutti di perdere un aereo, visto che 15 minuti
prima ha detto che lei quell’aereo l’avrebbe preso, mentre io che avevo perso
il mio a Salt Lake all’inizio dell’anno non ce l’avrei fatta.
Cretina che non sei altro, prova tu a correre dal gate A6 al
gate E70 in tre minuti dopo piu’ di 24 ore di viaggio,digiuna da almeno 10 ore,
con in mano una valigia da trascinare in un paese straniero e poi vediamo se
hai ancora il coraggio di sfottermi.
Aereo perso non c’era nulla da fare, Kevin ha l’iscrizione
al club della united, e quindi siamo andati li’ con la speranza che ci
dirottassero su un nuovo volo e dove avevano snacks gratis, per fortuna perche’
avevo una fame da paura.
Mentre Kevin era al desk ho guardato un po’ di televisione,
mangiato dei biscotti made in italy che in Italia non ho mai visto, e letto di
uno scalatore ammirevole che ha scalato l’Everest, la sua ammirevolezza sta nel
fatto che abbia raggiunto la cima del mondo e sia completamente cieco o.o,
applausi per lo scalatore!
Nonostante Kevin non sembri proprio il tipo, mentre leggevo
dello scalatore l’ho sentito parlare con un bel tono incazzato e polemico e
quindi le mie antenne avevano intuito che ci sarebbero stati grandi problemi
per quel volo.
La United ha provato a metterci in stand by su due voli per
Houston ma senza risultati, e quindi ci ha dato un voucher per una camera
d’albergo e saremmo ripartiti l’indomani nel pomeriggio.
Abbiamo passato la notte in un albergo facente parte della stessa
catena di alberghi dove sono stata quando ho perso il mio volo.
La nosra camera era davvero grande, l’unico inconvenite era
che c’era solamente un bagno per 4 persone, che per gli americani e’ davvero una catastrofe, sembra
quasi vitale per loro avere un bagno a testa, quando a casa mia ne usiamo uno
anche se siamo in 5 persone e non ci sono mai stati grandi problemi.
Dopo esserci sistemati nella camera siamo usciti fuori a
cena, era tardi, ma per fortuna un fast food era aperto e quindi abbiamo mangiato
qualcosina li’.
La mattina seguente siamo andati in aeroporto, il nostro
volo per Houston sarebbe partito alle 14 ma Kevin ha voluto essere in aeroporto
alle 7 perche’ sperava che ci facessero salire su un volo precedente, ma io
dico, ma ti pare che nel weekend piu’ busy dell’anno trovino all’ultimo secondo
posto per 5 persone? Va beh.
Le ore passavano ed io non volevo altro che arrivare
finalmente a destinazione, non perche’ fossi estremamente curiosa o vogliosa di
andare a Panama, ma perche’ la mia hfamily era di uno stressante assurdo, e ho
decisamente odiato il fatto che non facessero altro che dirmi cosa dovevo fare
e come dovevo muovermi in un aeroporto, quando in 6 mesi ho preso piu’ aerie io
che loro in tutta la vita.
Ho 18 anni e sono dall’altra parte del mondo completamente
da sola e tu mi stai qua a dire che nell’aeroporto devo stare attenta ai
borseggiatori, spiegarmi come funziona il check in e dirmi che devo mettere il
teleono in airplane mode?
Questa cosa mi da’ sui nervi, io sono una persona molto
indipendente e amo arrangiarmi, non perche’ voglia essere strafottente ma
perche’ voglio sbatterci la testa e se sbaglio qualcosa voglio imparare dai
miei errori e capire cosa ho sbagliato.
Sono venuta in America per questo, per aprirmi a cose nuove
ed imparare, ma imboccandomi e standomi appicciato di certo non mi aiuti.
Finalmente siamo saliti sull’aereo per Houston, 4 ore di
volo passate ad ascoltare musica e giocare con l’iPhone, il mio povero iPhone
sta facendo gli straordinari da quando sono partita, non potrei far altro che
essere eternamente grata a Steve Jobs, quando l’aereo e’ atterrato ero
felicissima, saremmo dovuti stare un’altra notte in hotel, ma almeno uscivo
dall’aeroporto dove avevo passato tutta la giornata.
Nel pomeriggio del giorno dopo abbiamo preso l’aereo per
Panama, arrivati in aeroporto dovevamo ritirare le valigie che erano arrivate a
Panama prima di noi.
Ashley, come al solito, aveva detto la sua riguardo alla mia
valigia che era solo un trolley, misura bagaglio a mano, secondo lei srebbe
andato perso, e invece? E’ stat oil primo ad arrivare e l’unico senza la
targhetta con l’indirizzo danneggita, quindi se non fosse stato per la mia
targhetta gli altri non avrebbero ritirato le valigie, quindi stai zitta.
Viaggio di due ore dall’aeroporto alla casa a Panama, ci
siamo fermati a fare una sosta da Taco Bell, ed e’ stato spassoso vedere come I
miei hparents cercavano di ordinare non sapendo una parola di spagnolo,
benvenuti nel mio mondo cari!
Arrivati a casa, finalmente, mi sono sistemata nella camera
e mi sono fatta un tour della casa, davvero bella, e poi e’ sulla spiaggia!
MAMMA MIA CHE FIGATA!
Questo post e’ stato fin troppo prolisso, e ve ne scrivero’
sicuramente uno che parlera’ del mio Christmas on the beach!
Splendete Stelle del Cielo
Giulia
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